Il colloquio individuale o intervista di selezione

Il colloquio individuale o intervista di selezione... come dice il il nome stesso è un'intervista in cui il selezionatore focalizza l'attenzione su un momento di dialogo con un singolo candidato. La durata di tale colloquio è variabile, solitamente mai meno di mezz'ora, mai più di ∞ (scherzo..) Diciamo che non è facile stabilire una durata massima, a meno che non ci sia un programma di appuntamenti ben calendarizzato e standardizzato per cui i colloqui seguono un rigido copione temporale.
Nel colloquio di selezione esistono due aree di lavoro: oggettiva e soggettiva.
L’area oggettiva riguarda i dati che si prestano ad una interpretazione univoca. Gli indici possono essere differenti: test attitudinali, test professionali, indici comportamentali (come ad esempio la puntualità, l’ordine e la cura nell’abbigliamento del soggetto, ecc.). La coerenza del discorso, la logica di esposizione ed argomentazione, può ancora essere fatta rientrare nei dati oggettivi.
Il resto, ovvero quel processo che si dispiega dal contatto con il candidato per fissare l’appuntamento all’incontro vero e proprio e che culmina nella scelta di uno o più candidati, rientra nella sfera soggettiva.
Soggettivo non vuol dire dettato da una simpatia o antipatia, almeno se il selezionatore è un professionista, il termine soggettivo è contenuto nel più ampio concetto di scelta, dato che ogni scelta per è soggettiva. Ma non sono qua per giocare con le parole o per fare filosofia...
Dunque... i due si siedono alla scrivania e il selezionatore inizia a farsi raccontare una storia, che è la storia lavorativa e attitudinale dell'intervistato. Le domande sono svariate ma l'obiettivo è quello di avere informazioni utili alla ricerca che si sta conducendo, non ci sono curiosità personali, non ci sono o non dovrebbero esserci approfondimenti fini a se stessi.
Al termine del colloquio individuale, che può essere il primo incontro col candidato, il secondo incontro dopo un colloquio di gruppo o dopo un altro colloquio individuale che prevedeva un approfondimento, il selezionatore deve trarre delle conclusioni.
In questo articolo una base standard di colloquio individuale.... per leggere clicca qui
Nel colloquio di selezione esistono due aree di lavoro: oggettiva e soggettiva.
L’area oggettiva riguarda i dati che si prestano ad una interpretazione univoca. Gli indici possono essere differenti: test attitudinali, test professionali, indici comportamentali (come ad esempio la puntualità, l’ordine e la cura nell’abbigliamento del soggetto, ecc.). La coerenza del discorso, la logica di esposizione ed argomentazione, può ancora essere fatta rientrare nei dati oggettivi.
Il resto, ovvero quel processo che si dispiega dal contatto con il candidato per fissare l’appuntamento all’incontro vero e proprio e che culmina nella scelta di uno o più candidati, rientra nella sfera soggettiva.
Soggettivo non vuol dire dettato da una simpatia o antipatia, almeno se il selezionatore è un professionista, il termine soggettivo è contenuto nel più ampio concetto di scelta, dato che ogni scelta per è soggettiva. Ma non sono qua per giocare con le parole o per fare filosofia...
Dunque... i due si siedono alla scrivania e il selezionatore inizia a farsi raccontare una storia, che è la storia lavorativa e attitudinale dell'intervistato. Le domande sono svariate ma l'obiettivo è quello di avere informazioni utili alla ricerca che si sta conducendo, non ci sono curiosità personali, non ci sono o non dovrebbero esserci approfondimenti fini a se stessi.
Al termine del colloquio individuale, che può essere il primo incontro col candidato, il secondo incontro dopo un colloquio di gruppo o dopo un altro colloquio individuale che prevedeva un approfondimento, il selezionatore deve trarre delle conclusioni.
In questo articolo una base standard di colloquio individuale.... per leggere clicca qui